Oli esasusti, accordo tra CONOE, Città di Torino e Amiat Gruppo Iren

Fermare lo spreco e favorire il corretto smaltimento degli oli. Per questo motivo, la Città di Torino ha raggiunto un accordo – che durerà tre anni – con il CONOE e con Amiat Gruppo Iren. Il CONOE è un’eccellenza nel campo della raccolta e della rigenerazione degli oli esausti e potrà collaborare utilmente con Amiat, l’ente che fornisce il servizio di gestione dei rifiuti nel capoluogo piemontese: una sinergia importante che ha l’obiettivo di aumentare il corretto smaltimento degli oli domestici, quelli che tutti noi produciamo nel cucinare. È prevista anche una campagna di sensibilizzazione per illustrare l’importanza del corretto smaltimento.

“Si tratta di un’iniziativa – ha spiegato Tommaso Campanile, Presidente del CONOE – che segue numerosi progetti specifici di recupero sistematico degli oli alimentari esausti in altre importanti città italiane. Gli oli vegetali esausti rappresentano una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive. È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra”.

Sono parecchie tonnellate gli oli prodotti dagli abitanti di Torino: fra le 1.000 e le 1.500 tonnellate. Ben poche però vengono correttamente smaltite: per lo più finiscono negli scarichi, inquinando l’ambiente e danneggiando le condutture. Parliamo di olio da frittura, ma anche dell’olio del tonno in scatola o dei carciofini. Purtroppo è molto diffusa l’abitudine di gettarlo nel lavandino, senza considerare le conseguenze. E questo rappresenta uno spreco di risorse, oltre che un problema per l’ambiente. Gli oli esausti, infatti, possono diventare biodisel o biolubrificanti, ma anche saponi e prodotti cosmetici, tornando quindi a nuova vita.

Non sempre il cattivo smaltimento dipende dalla cattiva volontà dei cittadini. Molto spesso, semplicemente, non sanno come fare per raccogliere e smaltire l’olio esausto. Per questo motivo, l’accordo prevede che vengano collocati dei cassonetti adibiti a questo scopo in molti punti della città. Un modo per agevolare la raccolta, che spesso è penalizzata da una scarsa informazione sui danni dello scorretto smaltimento, ma che altrettanto spesso è difficile perché le persone non sanno dove mettere l’olio esausto raccolto. La procedura è molto semplice e riguarda tutti gli oli che si usano in cucina. Dopo aver utilizzato l’olio, bisogna filtrarlo e versarlo in bottiglie di plastica. Le bottiglie devono essere poi inserite, ben chiuse, nei contenitori a ciò adibiti. Questo servizio si va a sommare a quello già fornito dall’Amiat, che gestisce centri di raccolta contenenti dei fusti dove conferire gli oli esausti.

“Tra gli obiettivi strategici del progetto ci sono l’aumento della qualità della differenziata e la promozione dell’economia circolare” ha dichiarato l’assessora Chiara Foglietta. La Presidente di Amiat Gruppo Iren Paola Bragantini auspica che questo accordo possa rappresentare “un esempio e una best practice anche per altre realtà metropolitane, partendo da un’efficace comunicazione ai cittadini per accompagnarli nell’adozione di una nuova abitudine per la corretta separazione e conferimento di un rifiuto che, altrimenti, costituisce a tutti gli effetti un inquinante”.

È un servizio molto importante per i cittadini di Torino, che troveranno comodamente i luoghi di raccolta e potranno fare del bene a sé, alle proprie case e alle future generazioni. E insomma saranno aiutati ad aiutare l’ambiente.