OGGETTO E FINALITA’
Il CONOE è stato costituito ai sensi del D.lgs. 22/97 art. 47 il 1° ottobre 1998, modificato dal D.lgs. 152/06 art. 233 e s.m. ed ha iniziato la sua attività nel 2001.
La sua funzione primaria è di organizzare, controllare e di monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti a fini ambientali, a tutela della salute pubblica e allo scopo di ridurre la dispersione del rifiuto trasformando un costo ambientale ed economico in una risorsa rinnovabile.
Partecipano al Consorzio le imprese che detengono o producono oli e grassi vegetali ed animali esausti; le imprese che effettuano operazioni di raccolta di trasposto e di stoccaggio di oli e grassi vegetali ed animali esausti, e le imprese che rigenerano e recuperano oli e grassi vegetali ed animali esausti.
Nel corso degli anni, l’adesione al CONOE è cresciuta costantemente e, a oggi, partecipano al sistema consortile 13 Associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 300 mila produttori di olio esausto (principalmente attività commerciali ed artigianali per la ristorazione), 1 Associazione di categoria in rappresentanza di oltre 500 aziende di raccolta e stoccaggio, 1 Associazione e oltre 60 aziende di rigenerazione per il riciclo del rifiuto in materie prime seconde, 4 Associazioni di categoria in rappresentanza dei produttori di oli alimentari.
Dopo aver proceduto a organizzare un sistema di governo e di gestione appropriato nel rispetto dei vincoli normativi previsti dal decreto, il Consorzio inizia le proprie attività nell’ottobre del 2001.
Alla fine del 2002, il quantitativo di oli usati gestiti nella filiera consortile ammonta a 15 mila tonnellate e dieci anni dopo, nel 2011, risulta di tre volte superiore e pari a 46 mila tonnellate. Nel 2018, il totale degli oli raccolti dal Consorzio ha raggiunto quota circa 76 mila tonnellate, sulle 260 mila prodotte, in costante trend positivo.
Gli oli vegetali usati possono essere recuperati in molteplici processi e applicazioni: tal quali possono essere utilizzati come sorgente di energia rinnovabile in impianti di co-generazione; possono essere trasformati in biolubrificanti adatti all’utilizzo in macchine agricole o nautiche, nonché a prodotti per la cosmesi, saponi industriali, inchiostri, grassi per la concia, cere per auto.
Negli ultimi anni il principale mercato di sbocco per il recupero di questo rifiuto ha riguardato l’utilizzo come materia prima seconda per la produzione di biodiesel: un combustibile vegetale non tossico e completamente biodegradabile che può essere utilizzato come carburante per autotrazione in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di CO2 nel settore dei trasporti.
Nel sistema CONOE circa il 90% degli oli vegetali esausti viene avviato a produzione di biodiesel.
Questa forma di recupero, oltre a scongiurare impatti dannosi sul territorio e sulla salute delle persone grazie alla corretta gestione del rifiuto, assieme alla crescita dell’economia circolare promuove anche la transizione verso una economia a basse emissioni, sia come produzione di fonti rinnovabili sia come riduzione netta delle emissioni di gas serra, fattore oggi ancora più importante dopo lo storico accordo globale sul clima siglato a Parigi.
Le importazioni di prodotti petroliferi evitate grazie alla produzione di biodiesel CONOE hanno consentito un risparmio sulla bolletta energetica del Paese di circa 18 milioni di euro. Allo stesso tempo, negli ultimi cinque anni, il valore economico mediamente generato dalla filiera CONOE è stato sempre superiore ai 30 milioni di euro ogni anno, con importanti ricadute positive in termini economici e occupazionali. In una ipotesi di raccolta e trasformazione in biodiesel CONOE per autotrazione di tutti gli oli vegetali usati generati ogni anno in Italia, si stima un risparmio annuale potenziale di 790 mila tonnellate di CO2eq e di 282 mila metri cubi di acqua. A prezzi medi del petrolio correnti, peraltro molto bassi (52 $/barile nel 2015), se tutti gli oli vegetali esausti generati in Italia fossero recuperati come biodiesel CONOE, si otterrebbe un risparmio sulle importazioni di petrolio pari a circa 75 milioni di euro.
Queste performance sono state possibili grazie alla continua azione di comunicazione e coinvolgimento esercitata dal CONOE verso le imprese di produzione del rifiuto, della raccolta e del recupero in una logica di efficienza a tutela dell’ambiente e dei cittadini, ma, come dimostrano i numeri, risultati migliori potrebbero essere raggiunti se il CONOE potesse contare sul contributo ambientale da parte dei produttori e degli importatori di oli vegetali e grassi animali per uso alimentare destinati al mercato nazionale. La disputa sulla corretta ripartizione del valore del contributo ambientale tra le diverse tipologie di oli vegetali e grassi animali immessi al consumo sul territorio nazionale, è tuttora in attesa di essere risolta con un atto normativo.